Intorno al 1200 d.C. , in Italia, incomincia a diffondersi l'arte marziale del bastone. Questa disciplina di combattimento è stata da sempre utilizzata sia daIi contadini che dai pastori, come strumento di lavoro e come arma di difesa. Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, ma sin da subito venne utilizzata nei duelli d'onore tra pastori, contadini e proprietari terrieri. In passato quella del bastone era un'arte tramandata da padre in figlio, o ai discepoli più meritevoli, scelti dal proprio maestro e in Scuole non aperte al pubblico.
II bastone, viene ricavato da vari tipi di legno, come ad esempio: dall'ulivo, dall'arancio amaro, dal sorbo, dalla rosella, che vengono tagliati in precisi periodi dell'anno, per poi essere trattati e passati sul fuoco per essere puliti, raddrizzati e asciugati, per poi passare alla stagionatura.
Tra le scuole tutt'oggi ancora esistenti troviamo:
Il bastone siciliano, chiamato "paranza", abbraccia molteplici stili, che comprendono diversi metodi di maneggiare quest'arma, come l'utilizzo di una sola mano, come se fosse un fioretto, o con entrambe le mani, con movimenti rotatori continui chiamati "mulinè", il cui scopo è quello di proteggere l'intera superficie del corpo; questa fase difensiva è completata da attacchi alla testa, colpi laterali al viso, colpi di punta allo sterno, alla gola ed al basso ventre. ll particolare modo di spostarsi e camminare, ricorda i movimenti tipici dei pupi siciliani.
ll bastone genovese si pratica con un bastone corto ricavato dal "rattan" (diverse specie di palme) e viene maneggiato come uno spadone con movimenti poco ampi, rasenti il corpo con colpi veloci, tipico degli scontri nei vicoli stretti dove c'era poco spazio per muoversi.
Il bastone pugliese le cui tecniche sono molto simili a quelle siciliane, si differenzia per l'uso di bastoni molto più lunghi e pesanti, i quali vengono usati sia con una che con entrambe le mani. Nella tradizione pugliese troviamo anche il “manichetto”, bastone da 60/70 cm, il quale veniva anche usato in coppia.
Nel bastone napoletano si utilizza un grosso e pesante bastone chiamato "varra" con un'estremità, più grande rispetto all'altra. Un'altro bastone tipico è il "taccaro", ricavato usando un ramo di legno duro, lungo circa 70 cm. Per la sua misura ridotta e per le tecniche che privilegiano colpi a corto raggio, ricordano molto l'arte del coltello.
Anche se molte tradizioni sono andate perse, grazie ai maestri tradizionali e ai giovani appassionati, che l'arte del bastone viene ancora
oggi tramandata e mantenuta in vita, riuscendo a coinvolgere, con la sua bellezza ed eleganza, uomini, donne e bambini.